COME LA NEW ECONOMY TRASFORMERA’ IL MONDO E GLI INVESTIMENTI 

la ripresa green assomiglierà probabilmente a un immenso cantiere globale. 

Per raggiungere la neutralità carbonica sarà fondamentale reinventare, ripensare, ricostruire, riadattare innumerevoli aspetti delle nostre economie, dall'energia ai trasporti, dall'edilizia all'agricoltura e agli imballaggi ecc. 

Il mondo necessita di nuove fonti di energia, di una drastica rimodernizzazione della rete elettrica, di miniere e impianti alimentati a idrogeno verde, di nuove auto, aerei e imbarcazioni, di edifici e abitazioni ad alta efficienza energetica, di nuovi materiali da costruzione ecologici, di imballaggi sostenibili e di soluzioni a emissioni negative.

 È un'impresa titanica, che si estenderà sull'arco di due decenni, e che, economicamente, potrebbe per certi aspetti assomigliare alla ricostruzione di un'economia dopo le gravi devastazioni di una guerra mondiale. 

Questo ambizioso progetto, a differenza della rivoluzione di Internet che ha plasmato la ripresa all'indomani della crisi finanziaria globale, è di natura molto fisica e richiederà grandi quantità di capitale e forza lavoro, proprio come nei dopoguerra. 

Si manifestano già episodi di carenza o inflazione dei prezzi.

Dinamiche sempre più frequenti sono: 

- carenze di semiconduttori;

- aumento del prezzo della cellulosa di legno morbido del 45% in meno di tre mesi;

- la carenza di navi porta container;

- aumento del prezzo del vetro solare del 70% nel 2020;

- significativi incrementi dei prezzi elettrodomestici in Cina;

- cifre record dell’Indice PMI US COMPOSITE dall'inizio delle rilevazioni nel 2009.

  

Di Geraldine Sundstrom, Portfolio Manager Pimco. 05 febbraio 2021

Fed, documento su dollaro digitale in estate, seguirà BCE
(21.05.2021 10:19) Investig.com


Le monete digitali emesse dalle "tradizionali" banche centrali potrebbero diventare realtà prima di quanto previsto.


Ad accelerare la discussioni negli Stati Uniti, è stato il presidente della Federal Reserve Jerome Powell il quale, in un videomessaggio, ha affermato che in estate la Fed presenterà un "documento interlocutorio" sul dollaro digitale.


Come spiegato dallo stesso Powell, il documento esplorerà "le tecnologie sui pagamenti digitali in rapida crescita", con l'obiettivo "di emettere una valuta digitale della Banca centrale Usa".
La nuova divisa sarà uno "strumento di pagamento aggiuntivo" sul quale la Fed dovrà "assicurare la fiducia dei consumatori".


Per quanto riguarda l'Europa, la nuova divisa "è ancora in fase di preparazione", e la decisione se lanciare un progetto di euro digitale verrà presa "verso la metà del 2021", ma diverse banche centrali nazionali dell'Eurozona hanno già stabilito una serie di requisiti base come "accessibilità, sicurezza, efficienza e privacy".


Per la BCE, l'euro digitale garantirà la stabilità e avrà "lo stesso livello di fiducia del contante", dal momento che "entrambi sono supportati da una banca centrale, cosa che le criptovalute come le stablecoin non possono fornire".

Un patto che riguarda il 30% dell’economia mondiale e 2,2 miliardi di consumatori.


Si tratta dell’accordo denominato “Regional Comprehensive Economic Partnership” (RCEP) firmato da quindici paesi asiatici, il quale avrà un impatto economico importante in Asia e nel resto del mondo in quanto crea l’area di libero scambio più grande al mondo.


L’accordo era stato proposto per la prima volta nel 2012 ma è stato firmato nella notte alla fine del summit ASEAN svoltosi online tra i leader asiatici di Cina, Australia, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Giappone e altri dieci paesi ASEAN: Brunei, Laos, Myanmar, Malesia, Vietnam, Cambogia, Thailandia, Singapore, Filippine, Indonesia. Assente l'India, per timori di un aumento del suo deficit commerciale con la Cina, che potrebbe però decidere di entrare in seguito.


In particolare, la prossima approvazione dell’accordo da parte dei partecipanti porterà la riduzione progressiva delle tariffe in molti settori, oltre che a comprendere 20 capitoli di regole relative a commercio di beni, investimenti e commercio elettronico alla proprietà intellettuale e agli appalti pubblici.


Economia 16.11.2020 

Una robusta ripresa economica all’orizzonte rilancia le materie prime.  Marko Kolanovic, analista quantitativo di JPMorgan, fotografa la prospettiva di un nuovo super ciclo nella chart riportata qui sotto.

 

 

ULTIMA VOLTA NEL 1996

Se così fosse, sarebbe il quinto super ciclo degli ultimi 100 anni, l’ultimo dei quali è partito nel 1996 toccando il picco nel 2008, con il petrolio alle stelle e il dollaro a picco, perché tra i due asset esiste notoriamente una correlazione inversa.

FAVORITI GLI EMERGENTI

Uno scenario del genere è di solito estremamente favorevole per i mercati emergenti, e non solo perché la produzione di commodity e materie prime è concentrata in questi paesi. La combinazione di dollaro debole e tassi americani bassissimi mette infatti le economie emergenti al riparo da tensioni sul costo del debito sovrano e sulle rispettive valute.

16 Febbraio 2021 - 7:50

 

ORO E VALUTE EMERGENTI SONO OPERAZIONI ANTI-DOLLARO
L’oro e le valute dei mercati emergenti possono essere considerate entrambe operazioni anti-dollaro. Il metallo prezioso costituisce un’alternativa al biglietto verde e tende ad essere un buon investimento in periodi di espansione monetaria e di tassi di interesse reali negativi. Le valute emergenti, dal canto loro, beneficiano dell’attuale contesto di bassi rendimenti reali, favorendo operazioni tattiche in dollari.


INTERESSI RIDOTTI PER I DEBITI IN DOLLARI
Le economie dei mercati emergenti sono infatti spesso fortemente indebitate nella valuta di Washington e un biglietto verde più debole, combinato a bassi tassi d’interesse, favorisce i conti economici delle economie in via di sviluppo grazie al minor costo del debito estero. Inoltre, la maggior parte delle economie emergenti è venditrice di materie prime, beni intermedi o prodotti finiti fatturati in dollari USA il che si traduce in maggiori ricavi in valuta locale. Infine, gli investitori globali, alla luce di un dollaro USA più debole che paga bassi rendimenti reali, potrebbero essere spinti a ricercare i rendimenti nelle economie emergenti relativamente più interessanti.


LE MOSSE DELLE BANCHE CENTRALI DEI PAESI EMERGENTI
Sul versante dei rischi, invece, gli investitori devono sapere che questa crisi, che sta alimentando prospettive di recessione e deflazione, ha spinto le banche centrali dei mercati emergenti ad adottare tagli dei tassi senza precedenti, con ricadute negative su alcune valute emergenti. Altre banche centrali dei Paesi emergenti (in gran parte asiatici) con eccedenze di liquidità, hanno invece acquistato dollari sul mercato per mantenere la competitività delle loro valute ed evitare che le loro esportazioni diventassero troppo costose.


UNA VALIDA ALTERNATIVA ALL’ORO
“I tassi locali dei mercati emergenti restano in media su livelli ancora appetibili rispetto a quelli espressi attualmente dai mercati sviluppati, e potrebbero esercitare un’attrazione per gli investitori a caccia di rendimenti: questi ultimi potrebbero infatti optare per un modo più economico, rispetto a quello di accaparrarsi oro, per esprimere il loro sentiment anti-dollaro”,